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penna.gif Vivere pericolosamente!!


Ringrazio gli autori di questa iniziativa alla quale vorrei aggiungere anche un po' dei miei trascorsi da militare.

In attesa della "cartolina". Era il mese aprile del 1967, tutti i miei coetanei erano già partiti per varie destinazioni, per me nessun avviso fino al 29 aprile, tornando dal lavoro, mi venne incontro la mamma con una carta in mano, dovevo partire il giorno dopo per il distretto! Qui mi diedero il biglietto del treno per Roma, destinazione Scuola del Genio alla Cecchignola, come allievo 15° corso A.C.S.
Al mio arrivo, il sottufficiale d'ispezione voleva mettermi dentro, poi, vide le carte e disse che era tutto a posto. Sono stati cinque mesi di addestramento: toponomastica, ponti, esplosivi, armi, campi minati ecc... al mattino lezioni in aula, il pomeriggio pratica sul campo; sempre comunque caraterizzato da una rigida disciplina. La sera del 23 settembre, al termine del corso, con altri tre A.C.S. Treu Firmino, Frigerio Ferruccio e Furlan Mauro, siamo partiti per Bressanone, compagnia Pionieri caserma Vodice. Voglio sottolineare che fra tutte le sedi del Genio Pionieri, quella di Bressanone ( ed un'altra) erano all'ultimo posto come gradimento e quindi considerate le peggiori, per cui lo stato d'animo non era certo dei migliori.
Durante il corso, ho avuto un solo permesso per andare a casa, come quasi tutti, (a ferragosto), per questo durante il viaggio, abbiamo deciso di fare un salto a casa. Così, giunti a Verona, alle 7 del mattino dopo, in tre siamo scesi, il quarto scese più avanti. Ci siamo ritrovati alla sera e insieme siamo andati alla Vodice. Anche qui, il sottufficiale d'ispezione, Zaccaria, voleva metterci dentro, ma forse non c'era posto per tutti. Tralascio i particolari della presentazione, ricordo solo che quella sera feci fatica a prender sonno convinto di essere giunto in una gabbia di matti! La mattina seguente, all'adunata, ci siamo presentati al cap. Pagano il quale ci mandò tutti e quattro in distaccamento a Pederù, a costruire la strada, quindi, di corsa a cambiare l'abbigliamento per partire subito.
Dopo una settimana, fui mandato sull'altopiano del Sennes, dove si stava facendo una pista per aerei leggeri e li ho trascorso tutto il mese di ottobre; qualche giorno dopo il mio arrivo, il comandante del campo, di cui non ricordo il nome, quello col cappello tirato alla Julia, mi fece lo scherzo del "cap. Paff", in pratica mi fece bere una notevole quantità di lambrusco e poi mi mandò a dormire in un fienile, alquanto arieggiato, staccato dalle altre abitazioni, forse per non disturbare gli altri con rumori poco signorili. Fra gli altri episodi che tralascio, mi mandò a fare la guardia alla pala cingolata che veniva da Bolzano, poichè era giunta all'inizio della strada sterrata nel tardo pomeriggio e non poteva salire al buio, quindi fu parcheggiata nel primo spiazzo ed io con un altro geniere, dovetti fare la guardia alla pala; ricordo che fu fermata in discesa perchè non andava in moto se non "a spinta"! Il 31 ottobre, tutti rientrarono in caserma tranne il conduttore della pala, un altro geniere ed io: dovevamo aspettare quelli di Bolzano che venissero a prendere il loro cingolato. Arrivarono dopo due giorni, si fermarono per passare la notte dopo aver fatto baldoria (che avevano programmato) e al mattino, sorpresa, c'era più di una spanna di neve...così siamo arrivati alla strada asfaltata alle quattro del pomeriggio, normalmente ci volevano massimo due ore! Dopo una breve licenza, ricordo di aver dormito alcuni giorni in tenda poichè eravamo a montare una teleferica, mi sembra nei pressi di Valdaora, poi i mesi di dicembre e gennaio a S. Candido, aggregati al Val Brenta per montare le tribune e tutto il necessario per le gare di sci delle truppe alpine. In questo periodo, una mattina, con un po di sorpresa, era presente il nostro comandante, subito dopo l'azabandiera capii il perchè, tutti si allontanarono solo noi genieri siamo rimasti schierati davanti al cap. Pagano che cominciò ad interrogarci su cosa era successo la sera prima nel bar dalla "Maria onta" io non ero uscito quella sera, gli altri dissero di essere stati offesi da alcuni del paese in tedesco ma dato che fra noi c'erano dei militari dell'alto adige, riferirono questi discorsi e nacque una bella "baruffa" con notevoli danni al locale! Non ricordo quali provvedimenti prese il nostro capitano, di certo ci rimproverò e ci disse anche di essere più svegli, più intelligenti che diamine! Una breve esperienza del campo invernale,( un giorno), poi, circa due mesi come responsabile della cucina. In questo periodo eravamo tutti in caserma e dato che eravamo abituati più a lavorare che alla vita di caserma, la nostra disciplina lasciava un po' desiderare e il comandante trovò il modo di richiamarci all'ordine, cominciò una mattina, mentre eravamo ancora sull'attenti per l'alzabandiera, si fece portare un paio di forbici e passando uno per uno, facendo fare solo un passo avanti una fila alla volta, tagliò tutti i bottoni sbottonati, le penne troppo lunghe e, credo anche qualche ciocca di capelli.
La nomina a sergente: una sera, dopo cena, ero allo spaccio con un altro A.C.S., venne il maresciallo Santoro, ci chiamò in disparte e, rimproverandoci disse che non dovevamo comportarci così, ci siamo guardati senza capire cosa avessimo fatto, allora ci disse: "voi non potete famigliarizzare con la truppa, voi siete sottufficiali!" Un altro episodio con il maresciallo Santoro: una mattina siamo andati in polveriera per fare rifornimento di esplosivi, c'era il m.llo Santoro, l'autista, alcuni genieri ed io. Abbiamo caricato un buon numero di casse di tritolo, micce di vario tipo e quattro scatole da cento detonatori ognuna, il m.llo mi diede la responsabilità di tenere i detonatori; in pratica feci ritorno in caserma seduto su quintali di tritolo con 400 detonatori nelle tasche della tuta mimetica. All'arrivo in caserma c'era il cap. Pagano, appena il m.llo gli spiegò la situazione, cominciò a rimproverare Santoro prima di fronte ai presenti e poi per un bel po' di tempo nel suo ufficio, perchè non era quello il modo di comportarsi con i detonatori, quanto meno doveva tenerli in cabina. Credo di non aver mai visto il nostro capitano così arrabiato! Significativi sono altri due periodi: il corso roccia a Corvara con istruttore l'allora serg. magg. Peres e i 25 giorni ad Alba di Canazei come comandante il distaccamento per la sistemazione della strada che porta al Contrin, in sostituzione di un A.U.C. che con la nomina ad ufficiale fu trasferito. E' sicuramente uno dei più bei ricordi che ho del servizio militare anche se, ripensandoci, a volte dico che mi sono comportato un po' da incosciente visto che tutti i giorni salivo quella strada con dieci detonatori nella tasca della tuta mimetica, però allora la mia prima preoccupazione era che nessuno dei ragazzi di cui ero responsabile, potesse farsi male.
Ricordo sempre con nostalgia il periodo trascorso come Geniere Alpino, ritengo di essere stato fortunato perchè è stato un bel periodo, ho visto tanti bellessimi posti, incontrato tante persone che mi hanno lasciato un buon ricordo e che stimo ed ho sempre detto che quello che ho fatto è stato un "bel militare"! Ringrazio per tutti, il nostro Capitano Pagano e il nostro tenente Pescatore per tutto, dietro i loro "farsi sentire" e "momenti di silenzio", volevano il meglio da tutti noi! Orgoglioso di far parte della Pionieri della Vodice, cordiali saluti alpini!



Igino Salvoro    
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