MERCOGLIANO (AV); 12 GIUGNO 2010
Carissimi,
vorrei esprimervi la mia viva riconoscenza perché con questa venuta a Mercogliano avete dimostrato un segno di affetto molto profondo che ancora provate verso di me.
Ve ne sono grato e vi porterò sempre nel cuore.
Vi ringrazio per la vostra calorosa e nutrita presenza in questa occasione e sono veramente contento che tutti abbiate aderito con spontaneità ed affetto al mio desiderio di avervi tutti con me in occasione del mio 70° compleanno.
Spero che questa esperienza la ricorderete con gioia in futuro e mi scuso per la mia emozione e vi abbraccio tutti
UMBERTO PESCATORE
BOLZANO,2 luglio 2010
A nome di tutti coloro che hanno partecipato all’incontro avvenuto a Mercogliano nei giorni 11 – 13 giugno u.s., desidero esprimerLe il mio più vivo ringraziamento per la sua cortese presenza in ogni momento che Lei ha avuto la possibilità di rubare ai suoi doveri istituzionali.
Nell’accoglienza da parte della popolazione vi è stato un crescendo di affetto che ha stupito tutti ed abbiamo lasciati la sua città con vivo rammarico.
La prego volere estendere la nostra riconoscenza al suo collaboratore Pagano, gentile e cortese.
Da Irpino , anche se lontano dalla mia terra da più di 30 anni, sono stato orgoglioso dell’accoglienza che i miei Genieri Alpini hanno ricevuto e mi ha fatto estremamente piacere sentire i vari commenti entusiasti da parte di tutti.
Sono certo di interpretare i sentimenti di tutti e già fin d’ora saremmo veramente lieti di averLa con noi al prossimo raduno che si terrà al Rifugio Contrin ai piedi della parete sud della Marmolada in uno scenario da sogno e pieno di ricordi della Prima Guerra Mondiale: il gestore di questo rifugio è un nostro Geniere Alpino!
Cordiali saluti
Generale Renato Pagano
Umberto Pescatore entrò nei ranghi della Compagnia Genio Tridentina nel dicembre del 1965 con il grado di Tenente. Per poi assumerne il comando in qualità di Capitano, Negli anni: 1971 - 72 - 73.
Il Generale Pagano racconta:
Era il dicembre del 1965. Avevo assunto il comando della Compagnia in quel di Carbonin il 10 agosto di quello stesso anno. La situazione degli Ufficiali subalterni era piuttosto critica.
Come vice avevo il Ten. M.Alberici, ottimo pilota di aerei leggeri ma che per un errato concetto di disciplina applicata, mi creava notevoli e spiacevoli situazioni gestionali. In caserma, ogni volta che mi assentavo per qualche motivo, si creavano delle forti tensioni : si respirava finanche un clima quasi di ammutinamento!
A metà del mese, preannunciato dal dispaccio di assegnazione, si presenta a me un giovane tenente proveniente dai corsi regolari di Accademia Militare.
Non alto, con uno sguardo vivido ed intelligente, formalmente ineccepibile, si presentò con uno squillante e simpatico accento irpino che riconosco immediatamente perchè mi riportò alla mia terra natale che avevo lasciato in tenera età.
Mi piacque subito per il suo sguardo onesto e franco, privo di barriere e di orpelli caratteriali.
Non ci fu bisogno di parole per capire di che pasta fosse composto il Ten. Pescatore!
Successivamente nel tempo della nostra collaborazione ho ringraziato la sorte per avermelo affiancato nell'oneroso incarico qual'era quello di comandante di una compagna autonoma ed organicamente piuttosto complessa. Se avessi dovuto descrivere il tipo di ufficiale che mi sarebbe piaciuto avere come collaboratore, non ci sarei riuscito e sicuramente avrei dimenticato una qualche qualità di cui il Ten. Pescatore era ed è dotato.
A questo punto iniziò un 'intensa attività che durò ben tre anni.Essa fu così intensa e piena che portò il reparto ad avere sempre pie un ruolo determinante nell'attività di comando del Comando Brigata Tridentina.
In quegli anni furono raggiunti traguardi inimmaginabili che dettero alla compagnia uno spirito di corpo, un orgoglio di appartenenza che dura tuttora a distanza di più di 40 anni.
Tutto lo spirito della Pionieri era condensato dal motto che fù forgiato solo in quel periodo e di cui Umberto è sempre stato l'alfiere: ...INS ISTI ...RES ISTI..
I fatti della vita ci hanno separato non ho più avuto occasione di avere Umberto come diretto collaboratore e ciò mi è dispiaciuto molto.
Ho la presunzione di credere che se Umberto avesse avuto dei superiori meno inclini a sciocchi formalismi dimenticando la sostanza che è quella che produce più effetti su chi l'azione di comando viene esercitata, la sua storia sarebbe stata sicuramente diversa ma sicuramente meno soddisfacente di quella che poi ha scelto.
Non solo io ricordo la sua costante disponibilità e la sua poco convincente severità: egli otteneva non con le parole ma con l'esempio ed i fatti.
Quello che riusciva ad ottenere con il suo particolare metodo di comando, appellandosi all'uomo, alla sua dignità ed alla sua autodisciplina era veramente incommensurabile e che me lo hanno reso particolarmente caro.
Caro Umberto, queste parole non sono un epitaffio perchè fortunatamente sei ancora tra noi, ma è un profondo e sincero ringraziamento per la tua collaborazione, efficienza, la tua serena onestà nonchè la tua capacità di sentirti alpino tra gli alpini!!
Renato Pagano
Bolzano, 11 luglio 2008